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js. f.  o m. inv. (nome per esteso: i lungo; all'inglese, jay) | J come jersey, nella compitazione spec. telefonica italiana (j come Juliet in quella internazionale). Lettera di alcuni alfabeti stranieri moderni, presente un tempo anche in quello italiano, oggi solo usata in vari forestierismi. La lettera J, la cui introduzione nell'alfabeto italiano fu proposta ai primi del '500 e divenne d'uso comune sul finire del '600, ha avuto e può avere tuttora due valori: quello dell'I semiconsonante in principio di parola oppure tra due vocali (es. jèri, vassójo); e quello dell'I vocale finale di parola, derivato da vera o supposta contrazione di due i (es. vàrj, vassój). Nell'uso odierno però la lettera J è in decadenza: generalmente parlando, non esistono casi in cui non possa essere sostituita da una I semplice. Come semiconsonante in principio di parola, è tuttora frequente nell'uso, tanto con voci comuni (es. iuta o juta) quanto con nomi propri (es. Iònio o Jònio); come semiconsonante interna di parola tra due vocali, è usabile solo in pochi casi di nomi propri (es. Ròia o Ròja) e in pochissimi di voci comuni (es. sòia o sòja); con valore vocalico in fine di parola, è del tutto antiquata, sostituita in genere da -i, più di rado e solo in certe parole da o da -ii. In forestierismi non adattati la lettera J può avere valore di consonante, rappresentando per es. in quelle inglesi (es. jeep) o italianizzate (joyciano).

Enciclopedia di italiano. 2013.

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